«Vi abitiamo da tanto tempo e ci sentiamo a casa» — Wolfgang Hildesheimer a Poschiavo

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Oggetti appartenuti a Wolfgang Hildesheimer (Amburgo 1916 – Poschiavo 1991) o con la forza di evocare l’ambiente in cui visse uno fra i maggiori rappresentanti della letteratura tedesca del secondo Novecento, caratterizzano l’allestimento della piccola mostra che dal 24 settembre troverà spazio nel Museo poschiavino e creata in occasione del centenario della nascita. L’esposizione permanente, quasi da camera, dell’intima atmosfera di uno studiolo, si svolge sui tre ripiani di una vetrina: mentre sul primo è messo in scena uno sguardo sul tavolo da lavoro di Hildesheimer, il mediano è dedicato ai suoi quattro maggiori capolavori: Tynset, Masante, Mozart, Marbot. Un busto di Mozart, già dello scrittore, illustra la falsa immagine che questi ha distrutto col suo famoso libro. Un’annotazione autografa del 1991 recita: «Mozart fu la mia migliore invenzione». Come sul palchetto di una libreria, sul livello superiore sono quindi allineate le principali edizioni di Hildesheimer: racconti, radiodrammi e opere per il teatro come pure monologhi in prosa, «biografie» e traduzioni: volumi in attesa di essere riscoperti o riletti.

Gli oggetti esposti, provenienti da proprietà private, richiamano alla mente la presenza e l’attività di Hildesheimer a Poschiavo: particolare attenzione meritano alcuni oggetti personali, come la macchina da scrivere – una Olivetti Studio 44 –, un paio di occhiali, due pipe (una Savinelli e una Dunhill regalata all’appassionato fumatore da Max Frisch). Poche bozze di Marbot, con l’annotazione autografa dell’ultimo passo attirano lo sguardo: „È come se l’artista suonasse sullo strumento della nostra anima; ma chi suona su quella dell’artista?“

La piccola esposizione, curata dallo storico dell’arte Gian Casper Bott, offre anche un angolo di lettura, dove aspetti della creatività di Hildesheimer possono essere approfonditi, sfogliando in Tynset o nel fortunato testo Erlebnis des Unerwarteten, dedicato nel 1961 a Poschiavo e alla sua valle. Realtà e finzione si aumentano a vicenda in questo omaggio alla patria d’elezione.

Gian Casper Bott, curatore della mostra su incarico del Museo poschiavino

 

WOLFGANG HILDESHEIMER nasce nel 1916 ad Amburgo da una famiglia ebraica. Fra il 1933 e il 1936 frequenta il liceo in Inghilterra e poi segue i genitori emigrati in Palestina. Qui si forma come ebanista, in seguito consegue il diploma in scenografia alla Central School of Arts and Crafts di Londra. Dal 1939 al 1946 è libero professionista di arte grafica e redattore presso il Public Information Office del governo mandatario britannico in Palestina. Dal 1946 al 1949 è interprete simultaneo e protocollista ai processi contro i crimini di guerra a Norimberga. Dal 1949 al 1957 risiede in Alta Baviera e poi a Monaco; qui porta a compimento le prime opere letterarie (Lieblose Legenden 1952, radiodrammi e commedie teatrali). Nel 1957 si trasferisce con la moglie Silvia a Poschiavo e scrive le opere di prosa (Tynset 1965, Masante 1973) e le biografie (Mozart 1977, Marbot 1981). Nel 1966 è insignito dei premi letterari Bremer Literaturpreis e Georg-Büchner-Preis. Nel 1982 ottiene la Cittadinanza onoraria di Poschiavo. Due anni dopo abbandona l’attività di scrittore e si dedica alle arti visive. In questo periodo s’impegna anche a favore della Pro Bernina Palü e di Greenpeace. Il 21 agosto 1991 Wolfgang Hildesheimer muore a Poschiavo.

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