Il Museo poschiavino riporta in valle una copia originale dei Dolori del giovane Werther stampata a Poschiavo nel 1782, nella tipografia del barone Tommaso F.M. de Bassus e diretta dallo stampatore Giuseppe Ambrosioni.
Il compito del Museo poschiavino, come di qualsiasi altro museo etnografico, consiste nel conservare e rendere accessibili al pubblico quegli oggetti che raccontano la storia del territorio. Il Museo dispone oggi di una collezione di quasi 12’000 oggetti, dal rastrello al primo meccanismo dell’orologio del campanile di San Carlo, dal carro agricolo ai ritratti dei rappresentanti più illustri del passato locale.
Ora la collezione si arricchisce di un ulteriore oggetto: un esemplare originale del libro più noto, uscito dai torchi della tipografia che il barone Tommaso de Bassus aveva aperto nella sua casa in Piazza a Poschiavo negli ultimi decenni del Settecento. Il recupero di un’opera stampata oltre duecento anni fa si inserisce perfettamente nel mandato della Fondazione.
L’opera di Goethe, tradotta per la prima volta in italiano da Gaetano Grassi e stampata nella Tipografia di Tommaso de Bassus è stata stampata in molte copie, ma la maggior parte venne acquistata e distrutta dalle autorità ecclesiastiche lombarde. Il diario fittizio di un suicida non era infatti ritenuto una lettura edificante. Per maggiori dettagli sull’opera e la sua ricezione consigliamo di leggere la prefazione di Massimo Lardi all’edizione anastatica pubblicata nel 2001 nella collana PGI edita da Armando Dadò. Massimo Lardi afferma che proprio questa traduzione ebbe «un influsso non indifferente sulla cultura letteraria italiana della fine del Settecento e dell’inizio dell’Ottocento dal momento che ebbe numerose riedizioni identiche nel 1800 a Milano; nel 1807 a Basilea; nel 1808 a Basilea, Livorno e Firenze; nel 1827 di nuovo a Basilea».
Per quanto ne sappiamo, l’unica copia conservata finora nei Grigioni era quella della Biblioteca cantonale. Ora il Museo poschiavino è riuscito a far tornare in valle questo prezioso volume settecentesco, che è attualmente esposto in una sala al secondo piano del Palazzo de Bassus Mengotti. Nel rinnovato spazio espositivo è documentata la storia di alcune fra le famiglie più importanti dell’epoca moderna: i Lossio, i Bassi poi divenuti de Bassus e i Mengotti. Due ulteriori accenti della sala sono dedicati da un canto alla storia del Palazzo, e al personaggio più interessante della famiglia de Bassus: il notabile, barone e tipografo Tommaso de Bassus.
L’acquisto dell’opera è stato possibile grazie al sostegno finanziario della Tipografia Menghini, che ringraziamo di cuore per il nobile gesto.
Museo poschiavino
No comments