Nuovo progetto di comunicazione e valorizzazione delle collezioni etnografiche al Museo poschiavino

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Nel settembre 2013 l’offerta museale al palazzo Bassus-Mengotti si è ampliata con l’esposizione di due collezioni etnografiche di arte etrusca e indiana, rispettivamente oggetto di due diverse donazioni (Rennhard e Christen-Dorizzi). Benché entrambe non rispondessero all’obiettivo iniziale del museo, il Consiglio di fondazione ha deciso di valorizzarle aprendo dei nuovi spazi e trasformando il Museo Poschiavino da istituzione regionale a luogo d’incontro e confronto tra identità e periodi storici diversi.

La collezione etrusca (ed ellenica) è stata creata da Gertrud Rennhard durante gli anni di lavoro svolti come parte del corpo diplomatico al servizio della Confederazione. Per anni è stata esposta presso il Museo Etnografico di San Gallo prima di arrivare a Poschiavo, sede ultima scelta dalla donatrice stessa. L’insieme di questi 160 oggetti ci presenta un’interessante selezione di reperti ceramici, di bucchero e di terracotte, rappresentativi della grande qualità e originalità che l’artigianato raggiunse in epoca etrusca.

Simbolo dell’attaccamento alla valle d’origine è la donazione della collezione indiana Christen-Dorizzi. Essa vanta quasi trecento opere provenienti da altari domestici dell’India e offre al visitatore un ampio spaccato sulla religione indù (ma si scoprono anche opere legate alla tradizione buddista) in ambito privato. Gli oggetti ricoprono un arco cronologico di oltre trecento anni e raffigurano le diverse divinità indiane insieme con altri oggetti dal valore rituale, come ad esempio le armi.

L’intero allestimento, ideato qualche anno fa da Roland Steffan e Hans-Jörg Schwabl, suddivide i reperti in vetrine (che rappresentano altrettante sezioni) che illustrano la varietà e la qualità degli oggetti in mostra. Si distinguono ad esempio per l’arte etrusca, ceramiche per le cerimonie rituali e/o i banchetti e per i corredi tombali che mostrano l’alto livello di competenze tecniche degli Etruschi già a partire dall’età del bronzo. Inoltre vanno segnalati i reperti greci (o pseudo tali) come prova evidente di contatti con la Grecia, rappresentati sia dal vasellame importato, bene di lusso destinato all’élite etrusca, sia dalle imitazioni etrusche di originali greci.

Tra i reperti di arte indiana troviamo sculture classiche di divinità tra le più famose come Krisna e Visnu, riconoscibili dai loro attributi, ma anche oggetti di arte povera o primitiva, provenienti dalle regioni periferiche dell’India.

Le caratteristiche e la peculiarità della collezione etrusca e indiana hanno giocato un ruolo determinante per l’ideazione e la realizzazione di un nuovo percorso didattico volutamente strutturato su diversi livelli di accessibilità.

Destinatari ideali dell’allestimento didattico sono i ragazzi delle scuole locali per i quali si è voluto elaborare un concept che puntasse sulla multimedialità dell’esposizione. Si è cercato di far uscire i reperti archeologici dal loro mutismo da vetrina, cercando di svilupparne le potenzialità narrative attraverso le storie che hanno da raccontare.

Su un piano più elevato si apriranno le porte alla comunità scientifica, mettendo a disposizione il materiale per uno studio più approfondito. Questi rapporti potrebbero garantire l’aggiornamento costante dei contenuti, essendo il nuovo allestimento didattico pronto per essere implementato e dar continua visibilità al Museo.

Marcella Boglione, curatrice delle misure di comunicazione

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